Quando si giunge al cospetto del Monte Meta, ci si trova di fronte a un paesaggio che lascia senza fiato: i fitti boschi di faggio lasciano progressivamente spazio a altopiani carsici, neviere naturali e pareti rocciose verticali, segnando il passaggio da un ambiente boschivo a un regno d’alta quota, aspro e incontaminato. Qui, in questo scrigno selvaggio protetto dal Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise regnano indisturbati il canto acuto delle coturnici e il volo elegante dell’Aquila reale, che sorvola le creste alla ricerca di correnti ascensionali.